L’Epidemia Suina in Lombardia

L’Epidemia Suina in Lombardia

31 Agosto 2024 0 Di admin

Un Disastro Annunciato e gli Errori nella Gestione Governativa

L’epidemia di peste suina africana (PSA) sta dilagando in Lombardia, con 26 allevamenti già contaminati nelle province di Pavia, Milano e Lodi. Questo numero è allarmante, soprattutto se paragonato ai 18 focolai totali nelle altre regioni italiane. La situazione in Lombardia non è solo preoccupante, ma mette anche in evidenza le gravi lacune nella strategia adottata dal governo per gestire la crisi.

Il governo ha puntato quasi esclusivamente sulla caccia al cinghiale come misura di contenimento del virus, cercando di ridurre drasticamente la popolazione di questi animali, considerati i principali vettori della PSA. Tuttavia, questo approccio si è dimostrato inefficace e, anzi, controproducente. Il numero crescente di focolai negli allevamenti dimostra che il problema non risiede tanto nei boschi, dove le carcasse di cinghiali infetti sono ormai una rarità, quanto piuttosto all’interno dei capannoni e dei recinti degli allevamenti.

Gli Errori nella Gestione della Crisi

  1. Strategia di Contenimento Fallimentare: La scelta del governo di basare la strategia di contenimento essenzialmente sulla caccia al cinghiale si è rivelata un errore grave. Questa metodologia, già dimostratasi fallimentare in altri Paesi europei, ha contribuito non solo alla diffusione del virus ma anche alla maggiore mobilità dei cinghiali. Infatti, la caccia non coordinata nelle aree infette o limitrofe ha portato gli animali a spostarsi ulteriormente, espandendo il contagio a nuove zone.
  2. Mancanza di un Perimetro di Contenimento: Un altro errore significativo è stata l’assenza di un adeguato perimetro di contenimento geografico delle aree infette. Gli esperti della Commissione Europea hanno sottolineato l’importanza di utilizzare barriere fisiche, come le autostrade, per confinare i cinghiali infetti e impedire la diffusione del virus. La mancanza di tali misure ha facilitato il passaggio della malattia da una provincia all’altra, complicando ulteriormente la situazione.
  3. Monitoraggio Insufficiente: Il monitoraggio delle popolazioni di cinghiali e degli allevamenti è stato chiaramente inadeguato. Nonostante il picco epidemico verificatosi in primavera, le azioni correttive adottate sono state tardive e insufficienti. Questo ha permesso al virus di diffondersi ampiamente, colpendo duramente le zone più vulnerabili della Lombardia.

Un appello per un cambio di rotta

È evidente che l’attuale approccio non sta funzionando. La situazione richiede un cambiamento radicale nella strategia di gestione dell’epidemia. Il governo deve abbandonare l’idea che la caccia al cinghiale sia la soluzione principale e adottare un piano più integrato e mirato. Questo dovrebbe includere:

  • Creazione di Zone di Contenimento: Definire chiaramente i confini delle aree infette e adottare misure rigorose per impedire la fuoriuscita del virus.
  • Rafforzamento del Monitoraggio: Implementare un sistema di monitoraggio più efficace e capillare, che consenta di individuare tempestivamente nuovi focolai e intervenire prontamente.
  • Collaborazione Internazionale: Prendere esempio dalle migliori pratiche adottate in altri Paesi e collaborare a livello europeo per un contenimento più efficace del virus.

L’epidemia di peste suina in Lombardia è il risultato di una serie di errori strategici che ora rischiano di mettere in ginocchio l’intero settore suinicolo della regione. È imperativo che il governo corregga la rotta e adotti un approccio più scientifico e coordinato per evitare ulteriori danni. Il tempo è un fattore critico e non possiamo permetterci altri fallimenti.