Il Ministro, l’Influencer e l’Affare di Stato
3 Settembre 2024Cronaca di una Nomina su Instagram
Ah, il meraviglioso mondo della politica italiana, dove la realtà supera sempre la fantasia e dove l’eterno ritorno del déjà-vu sembra essere la regola d’oro. La vicenda del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e della sua “collaboratrice fantasma” Maria Rosaria Boccia è solo l’ultimo episodio di una soap opera che sembra non voler mai finire.
Immaginatevi la scena
Il Ministro, impegnato nella sua crociata culturale, decide di arruolare una nuova “consigliera” per i Grandi Eventi. Per carità, nulla di strano, anzi, in un Paese che organizza più sagre di cipolle che eventi culturali di spessore, c’è sicuramente bisogno di qualcuno che sappia destreggiarsi tra un palco e un’inaugurazione. E chi meglio di un’influencer, per definizione esperta in “grandi eventi”, potrebbe ricoprire questo ruolo? Un tocco di modernità, un po’ di social media management, e via, la cultura italiana è servita su un piatto d’argento, condito con hashtag e filtri di Instagram.
Ma, ahimè, qualcosa va storto
O meglio, non si capisce se sia mai andato dritto. Boccia annuncia trionfante la sua nomina sui social, con tanto di ringraziamenti e selfie ministeriali. Ma poi, zac, arriva la smentita dallo staff del Ministro: “No, no, nessuna nomina, non c’è niente da vedere qui, andate avanti”. Ma Maria Rosaria non molla: “Nomina c’è stata, ma si è persa tra le pieghe della burocrazia”. E giù, una cascata di documenti e screenshot che sembrano smentire la smentita.
E qui, miei cari, la faccenda diventa seria
Non tanto per la questione del rapporto tra il Ministro e la sua consulente (sembra di essere in una telenovela sudamericana), ma perché si parla di sicurezza nazionale, di affari istituzionali, di protocolli che dovrebbero essere rispettati alla lettera. E mentre Sangiuliano cerca di scivolare fuori da questa imbarazzante vicenda, la sua stessa maggioranza inizia a mal tollerare il chiacchiericcio, con la Meloni che, tra una scartoffia e l’altra, inizia a provare un certo fastidio.
Dimissioni ?
Le opposizioni, naturalmente, non si lasciano sfuggire l’occasione. Ivan Scalfarotto, di Italia Viva, si lancia in una crociata per chiedere le dimissioni del Ministro. E come dargli torto? D’altronde, in un Paese dove le nomine sembrano fatte su Instagram e i ministri gestiscono gli affari di Stato come se fossero gli invitati a un party VIP, la richiesta di un po’ di serietà non sembra poi così fuori luogo.
Il governo Meloni sempre più imbarazzante
Insomma, il governo Meloni ci ha regalato l’ennesimo capitolo di una storia infinita, fatta di malcostume, di improvvisazioni e di piccole grandi bugie. Ma, almeno, possiamo dire di avere una classe politica che sa come farci divertire. Chissà cosa ci riserverà il prossimo episodio.