Silenzio imbarazzante
10 Settembre 2024Il sindaco ostaggio di logiche di potere davanti alla deriva estremista
La vicenda che ha visto l’oratorio San Giuseppe di Pontenuovo affittare i propri locali all’associazione di estrema destra “Lealtà e Azione” ha generato un vero e proprio terremoto nella comunità di Magenta. Un gesto che, in un primo momento, è sembrato passare sotto traccia, ma che si è presto rivelato un grave errore, riconosciuto dalla stessa comunità pastorale, costretta a scusarsi pubblicamente durante le celebrazioni delle sante messe. Un atto di trasparenza e consapevolezza che ha evidenziato quanto fosse in contrasto l’iniziativa con i valori cristiani di accoglienza e solidarietà.
In una città come Magenta, che storicamente si è sempre distinta per il suo spirito democratico e antifascista, la reazione della società civile è stata immediata e compatta. Il Partito Democratico, con una presa di posizione unanime, ha chiesto apertamente che la Curia locale prendesse ufficialmente le distanze dall’accaduto. Anche l’ANPI ha prontamente diramato un comunicato di ferma condanna. In breve, il mondo politico e sociale che difende i valori di giustizia, uguaglianza e rispetto ha fatto quadrato attorno alla comunità, rigettando con forza qualsiasi infiltrazione di ideologie xenofobe e violente.
Tuttavia, in questo scenario di indignazione collettiva, c’è un’assenza clamorosa che non può essere ignorata: quella del sindaco. Colui che, per ruolo e responsabilità, dovrebbe essere la voce della comunità, un garante dei valori fondanti della nostra Costituzione, ha scelto di rimanere in silenzio. Un silenzio che non può essere interpretato solo come un momento di riflessione, ma che appare piuttosto come il riflesso di dinamiche politiche ben più complesse e pericolose.
Il sindaco, infatti, sembra ostaggio di logiche di potere che antepongono l’equilibrio di maggioranza ai principi di cui la comunità magentina si è sempre fatta portavoce. La sua amministrazione si regge su una fragile alleanza tra forze di centro e una destra sempre più vicina a movimenti che strizzano l’occhio a ideologie estreme. In questo contesto, una presa di posizione netta contro un’associazione come “Lealtà e Azione” significherebbe incrinare quei delicati equilibri di potere che tengono insieme la sua maggioranza.
Non sorprende, infatti, che il silenzio si estenda all’intera coalizione di centrodestra che governa Magenta. Se, da un lato, è quasi logico aspettarsi che formazioni come Fratelli d’Italia e Lega, da tempo vicine a determinati ambienti dell’estrema destra, non abbiano voluto commentare l’accaduto, lascia invece profondamente perplessi il silenzio di Forza Italia. Un partito che, per storia e tradizione, si dovrebbe rifare a valori ben più moderati e vicini alla democrazia liberale, e che in questo caso avrebbe dovuto prendere le distanze da quanto accaduto. Il mutismo degli esponenti forzisti dimostra, invece, che anche loro sono ostaggio di un sistema di alleanze che rischia di mettere in secondo piano i principi per i quali si battevano un tempo. Questo silenzio, infatti, non può che gettare ombre sulla coerenza politica e valoriale di una parte della maggioranza che, in altre circostanze, avrebbe dovuto opporsi a certe derive ideologiche.
La scelta di non esporsi, quindi, appare come un atto di calcolo politico, una mossa per preservare la stabilità del proprio mandato piuttosto che difendere i valori della comunità che rappresenta. In altre parole, il sindaco e la sua maggioranza hanno preferito tutelare le logiche di spartizione del potere rispetto a prendere una posizione chiara contro un’associazione che veicola valori contrari a quelli della nostra Costituzione.