Difesa dei confini o farsa da esportazione?
18 Ottobre 2024No al piano albanese
Il Tribunale di Roma ha appena smontato il cosiddetto “piano albanese”, dimostrando che dietro la retorica della difesa dei confini si cela, ancora una volta, una fallimentare sceneggiata del governo. La decisione di non convalidare il trattenimento dei migranti nel centro di permanenza per il rimpatrio in Albania non è solo una sconfitta legale, ma soprattutto politica, che ci costa oltre 600 milioni di euro in cinque anni. Cifra non indifferente per un Paese che pare non trovare mai risorse per scuole, ospedali e servizi pubblici, ma che di colpo le scova quando si tratta di esibire “muscoli” sulle spalle dei migranti.
Orecchie da mercante
Ricordiamo che i Paesi di provenienza dei migranti in questione, Bangladesh ed Egitto, non sono considerati sicuri. L’Europa ce lo ha ripetuto chiaramente, ma il governo continua a fare orecchie da mercante, pur di mantenere in piedi una sceneggiatura che non regge. Il risultato? I migranti torneranno in Italia, mentre il piano per trattenerli in Albania si sgretola, esponendo l’incompetenza di chi lo ha pensato.
Propaganda un tanto al chilo
Ma non preoccupiamoci, la propaganda è già pronta. La Lega, per esempio, non si smentisce: “I giudici pro-immigrati si candidino alle elezioni”, gridano. Ah sì, perché difendere i diritti umani e seguire la legge equivale a fare politica, secondo loro. La realtà è che quando il diritto non si piega alla politica del “muro contro tutti”, allora è la giustizia stessa a diventare il bersaglio. Fratelli d’Italia non è da meno: “La sinistra giudiziaria aiuta quella parlamentare”, insinuano. Sarebbe quasi divertente, se non fosse tragico, che chi non riesce a trovare un argomento razionale, si affidi a teorie del complotto.
Bene, molto bene Schlein
E infine, nel mezzo di questo caos, emerge la vera questione: chi pagherà il conto di questa grande illusione? Elly Schlein ha giustamente sollevato il tema del danno erariale. La domanda è: quanto ancora dovremo spendere per coprire gli errori di chi finge di “difendere i confini” con misure inefficaci e, soprattutto, costose?