35 Anni dalla Caduta del Muro di Berlino
9 Novembre 2024Spunti di Riflessioni e Bilanci per la Sinistra Italiana
Il 9 novembre 1989 il Muro di Berlino crollava, segnando simbolicamente la fine di un’epoca, quella della divisione tra Est e Ovest, tra socialismo e capitalismo. In quella notte di speranza, si apriva un nuovo capitolo per il mondo, e l’Italia – attraverso la sua sinistra – si ritrovava a rivedere le proprie radici, i propri ideali, e a fare i conti con una nuova realtà geopolitica.
1989, una svolta incompiuta ?
Per la sinistra italiana ed europea, il 1989 ha segnato un profondo cambio di rotta. Con il dissolversi dell’Unione Sovietica, il comunismo usciva sconfitto sul piano storico. Ma da quel momento, la nostra sinistra ha iniziato a perdere qualcosa di fondamentale: una visione chiara di giustizia sociale e di lotta contro le diseguaglianze. I decenni successivi hanno visto lo smantellamento progressivo di molte delle conquiste sociali che il Partito Comunista Italiano, con impegno e sacrificio, aveva aiutato a ottenere: dai diritti dei lavoratori, alla tutela della libertà, fino alla lotta per una società più giusta e solidale.
Il capitalismo è il vincitore?
Oggi, a 35 anni da quegli eventi, la domanda che dobbiamo porci è: quale modello di capitalismo ha vinto davvero? Il capitalismo “trumpiano” statunitense, con le sue diseguaglianze sempre più marcate? Quello cinese, che associa la ricchezza a una rigida centralizzazione del potere? O quello europeo, che appare sempre più fragile e impotente?
In verità, ciò che è emerso non è una vera vittoria del capitalismo, ma una realtà in cui i costi sociali sono altissimi: ricchezza e potere concentrati nelle mani di pochi, guerre che tornano in Europa e nel Medio Oriente, crisi migratorie strumentalizzate e vissute come minacce destabilizzanti, e un’Europa relegata ai margini della politica internazionale.
Dulcis in fundo, ci troviamo oggi di fronte a un’emergenza climatica che si è trasformata in una minaccia irreversibile, figlia di un sistema economico che privilegia il profitto a scapito del pianeta.
Chi paga e pagherà questi costi ?
Questi sono i costi che stiamo pagando per l’illusione della vittoria capitalistica. Ecco perché, oggi, il nostro compito come eredi della sinistra storica a componente comunista-socialista-socialdemocratica, non è solo ricordare, ma anche tornare a lottare per un’alternativa reale.