La lezione delle urne

La lezione delle urne

19 Novembre 2024 0 Di Giovanni Banfi

Umbria e Emilia Romagna al centrosinistra

Il centrosinistra torna a vincere alle elezioni regionali. E vince alla grande. In Emilia Romagna con percentuali che da tempo non si vedevano, in Umbria strappando, nettamente, la Regione al centro destra, che era sicuro di vincere.

In Emilia Romagna il centro destra era sicuro di giocarsela all’ultimo voto, in Umbria per il centro destra era sicura la vittoria, con i sondaggi che davano la sua candidata avanti di sei punti fino a un mese prima del voto.

E invece…

In Emilia Michele De Pascale per il centrosinistra è un soffio sotto il 57%, la candidata del centrodestra Ugolini si ferma al 40%. Nessuno si aspettava una vittoria così netta.

In Umbria Stefania Proietti del centrosinistra supera il 51%, staccando nettamente Donatella Tesei del centrodestra ferma la 46%.

Vola il Partito Democratico: 43% in Emilia Romagna, oltre il 30% in Umbria.

Nonostante i benevoli sondaggi a livello nazionale che danno Fratelli D’Italia al 30% il partito della Meloni si ferma al 24% in Emilia Romagna, con Forza Italia e Lega poco al di sopra del 5% ciascuno; è poco oltre il 19% in Umbria, con Forza Italia al 9,5% ca. e la Lega che non raggiunge l’8%.

Meloni e centrodestra, bocciati

Una sconfitta ancor più pesante per i partiti al governo, visti anche questi numeri e vista anche la forte astensione (in Emilia Romagna ha votato il 47%, in Umbria il 52%) che in Liguria, nelle recenti elezioni perse dal centrosinistra, aveva favorito il centrodestra.

Ma cosa è successo? Cosa ha favorito il centrosinistra?

Nelle due regioni si è verificata una coesione nel campo largo, per niente scontata dopo le elezioni perse in liguria. Sono stati scelti candidati di eccellenza per competenze e professionalità, con lusinghieri trascorsi nel campo dell’Amministrazione Pubblica (De Pascale è sindaco di Ravenna, Stefania Proietti di Assisi).

In Emilia Romagna De Pascale ha compattato la coalizione, trattando tutti con rispetto, respingendo provocazioni (di pochi giorni fa la sfilata a Bologna delle 300 camicie nere), strumentalizzazioni e polemiche.

I cittadini si sono poi ribellati ai tentativi di colonizzazione e presa di potere della regione da parte del governo; vedere ad esempio la mancata nomina, come da tradizione, a commissario straordinario per la ricostruzione dopo l’alluvione del Presidente della Regione.

Fiducia nel PD e nei suoi alleati

I cittadini hanno paura che, causa diminuzione delle risorse da parte del Governo, l’efficienza della sanità pubblica regionale venga meno a favore della sempre più favorita sanità privata e che si riducano sempre di più le politiche sociali. E reagiscono dando fiducia a un partito, il PD, ed a un campo largo che mette in primo piano i bisogni della popolazione (lotta per un salario minimo, per la sanità pubblica, i trasporti, l’istruzione pubblica, l’assistenza ai disabili e ai bisognosi) e non indica nemici da emarginare, da odiare o tormentare (i poveri in generale, gli immigrati, i migranti compresi donne e bambini, la strage di Cutro insegna). Che non si compiace di perseguitare chi sbaglia, invece di cercare di recuperarlo alla società (vedere le recenti dichiarazioni del sottosegretario alla giustizia Delmastro che ha dichiarato di gioire nel togliere l’aria a chi viene arrestato).

Quanto detto sopra spiega anche, perfettamente, la vittoria, inattesa, di Stefania Proietti in Umbria. 30% al PD che ha votato senza “se” e senza “ma” una candidata non iscritta al Partito, ingegnera meccanica, cattolica, che ha gestito con grande maestria, maturata con l’esperienza di sindaca di Assisi, una coalizione larga. Oltre il 20% agli altri partiti della coalizione che hanno condiviso l’impostazione della campagna elettorale, principalmente centrata sulla necessità di rimediare al disastro nel settore sanitario, smantellato dal centrodestra anche a livello regionale a beneficio della sanità privata.

La sanità si conferma infatti il vero problema dell’Umbria, dopo le inchieste giudiziarie che avevano portato alle dimissioni, nel 2019, di Catiuscia Marini allora a capo di una giunta di centrosinistra.

Oggi circa il 10% dei cittadini in Umbria ha rinunciato a curarsi a causa dello smantellamento della sanità pubblica con la ristrutturazione e concentrazione degli ospedali (principalmente su Perugia e Terni, lasciando sguarniti gli altri territori, ove non ci sono presidi o case di comunità) e della difficoltà a raggiungerli a causa della carenza delle comunicazioni. La carenza del personale sanitario, pur comune in tutta Italia, nella regione è particolarmente sentito e causa emorragia di servizi con i pazienti che rinunciano alle cure e vanno fuori Regione.

In conclusione facciamo esperienza da quanto emerge da queste due vittorie

Il centrosinistra si concentri unito sui programmi, sulle persone. Faccia sentire ai cittadini che sono loro la priorità, di chiunque si tratti. Rispetto, uguaglianza, crescita culturale, presidio del territorio, istruzione pubblica, sanità per tutti, aiuto ai più deboli, competenza ed esperienza dei candidati. Se la gente recepisce questo messaggio e lo si pone in pratica non c’è avversario che tenga.