Combattere per i diritti
29 Gennaio 2025Il dovere della sinistra: la coerenza al di sopra del consenso
Ci sono battaglie che segnano un’epoca, che lasciano il segno nella storia non per i risultati immediati, ma per il valore eterno che rappresentano. Battaglie che, spesso, non portano vantaggi elettorali, ma accendono un faro di speranza per chi verrà dopo di noi. E queste battaglie non sono mai state una questione di convenienza, ma di giustizia.
La sinistra non nasce per piacere a tutti, né per inseguire i sondaggi o per accontentare gli interessi più diffusi. La sinistra nasce per difendere chi non ha voce, per lottare contro le disuguaglianze e per affermare la supremazia dei diritti rispetto ai privilegi, della giustizia rispetto all’arbitrio. È questa la nostra bussola, e non possiamo permetterci di perderla di vista, anche quando la strada è più stretta, anche quando il consenso sembra sfuggirci dalle mani.
Fare la cosa giusta, non quella facile
Viviamo in un tempo in cui troppo spesso la politica si piega alla logica del consenso rapido, della promessa facile, del “mi conviene”. Ma una sinistra degna di questo nome non si misura in voti raccolti al ribasso. Si misura nel coraggio di alzare la testa, di tenere la barra dritta anche controvento.
Quando lottiamo per i diritti – siano essi civili, sociali o ambientali – sappiamo che non è un favore che stiamo facendo. Non è un “do ut des” elettorale. È una responsabilità morale. Non difendiamo questi principi perché ci garantiscono una poltrona in più, ma perché sono giusti. E se questo significa perdere il favore di chi vorrebbe scorciatoie, ebbene, che sia così.
Perché la politica senza coerenza è come una nave senza timone: va dove soffia il vento, ma non arriva mai da nessuna parte. Noi, invece, sappiamo dove vogliamo andare: vogliamo una società più giusta, più inclusiva, più equa. E non siamo disposti a tradire questa visione per “qualche voto in più”.
Non si mercanteggia sui valori
I nostri valori non sono in saldo. Non si negoziano al mercato del consenso, non si barattano per un accordo elettorale o un pugno di preferenze. Chi pensa che la politica sia solo un gioco di strategie e compromessi, si è già arreso. Noi no. Noi non portiamo il nostro cervello all’ammasso. Noi non accettiamo di mercanteggiare sulla dignità delle persone, sui diritti dei lavoratori, sulla legalità, sulla giustizia sociale.
Ci sono forze che vorrebbero farci credere che parlare di diritti sia “impopolare”. Che difendere l’ambiente significhi “bloccare lo sviluppo”. Che chiedere il rispetto della legalità sia “un ostacolo al mercato”. Ma noi sappiamo che queste sono solo scuse, strumenti di chi difende i privilegi a scapito della collettività.
La coerenza come atto rivoluzionario
Essere coerenti oggi è un atto di resistenza, quasi rivoluzionario. In un panorama politico in cui tutto sembra negoziabile, in cui l’etica viene subordinata alla convenienza, restare fedeli ai propri ideali significa indicare una via alternativa.
E non fraintendetemi: non parlo di una coerenza cieca, che rifiuta il confronto o l’ascolto. Parlo di una coerenza che parte da un principio semplice ma incrollabile: non si tradiscono i valori fondamentali. Non si scende a patti con l’ingiustizia. Non si accettano scorciatoie che compromettono il nostro orizzonte.
Una sinistra che non arretra
Se la difesa dei diritti civili, se la lotta per la legalità, se il coraggio di dire no agli interessi dei potenti significa perdere consensi, allora che sia. Perché la sinistra non nasce per vincere a ogni costo, ma per rendere il mondo un posto migliore, anche a costo di perdere.
Noi siamo qui per seminare, non per raccogliere immediatamente. Noi siamo qui per costruire un futuro, non per guadagnare qualche voto in più. Perché il nostro scopo non è piacere a tutti, ma restare fedeli a ciò che siamo.
E se qualcuno ci chiederà perché combattiamo queste battaglie, anche quando sembrano perse in partenza, la risposta sarà semplice: perché sono giuste.