
Propaganda contro realtà
7 Aprile 2025Quello che e’ successo nella notte tra domenica e lunedì in Piazza Liberazione e’ qualcosa che dovrebbe interrogare profondamente amministrazione, politica e cittadini.
Anche sul tema sicurezza, a Magenta, occorre prima di tutto demolire una narrazione dominante che non solo non e’ riuscita a dare alcun contributo reale alla soluzione dei problemi, ma, anzi, ha concorso a creare e ad alimentare una grossa confusione nell’opinione pubblica.
Il Sindaco e’ direttamente responsabile della sicurezza in una città?
Diciamolo subito, chiaramente : no, non lo e’.
Non lo e’, non lo e’ mai stato e non lo sarà’ mai, salvo un mutamento radicale del quadro istituzionale delle competenze che, al momento, non mi sembra all’ordine del giorno.
Il Sindaco non può indagare, non può reprimere, non può prevenire certi tipi di reati. Non e’ il Capo della Polizia e non ha poteri direttivi sulle Forze dell’Ordine, se si escludono quelli, del tutto residuali, sulla Polizia Locale.
La precisazione sulla non competenza del Sindaco e’ doverosa per onestà intellettuale.
Peccato che quando episodi di questo tipo accadevano durante il mandato di amministrazioni di centrosinistra, si sollevavano come un suol uomo le opposizioni, la stampa, l’opinione pubblica e mezza citta’, quasi che la micro o macro criminalita’ dipendessero direttamente da quello che faceva o non faceva il Comune.
Si aveva un bel da fare a spiegare che, per quanto ci si potesse impegnare, nei limiti delle proprie funzioni, a svolgere azioni preventive e di presidio del territorio, e per quanto ci si adoperasse per chiedere più presenza e più interventi a chi di dovere ( Carabinieri e Polizia), non vi era alcuna garanzia che gli episodi di criminalità potessero essere evitati.
Il tempo della propaganda
Purtroppo, però, la propaganda era più forte di qualsiasi ragionamento e le amministrazioni di centrosinistra venivano additate come le dirette responsabili.
Ad un certo punto, però, anche la più efficace delle propagande si scontra con la realtà, e con quest’ultima ha sempre la peggio.
Alla destra che prometteva l’esercito a Magenta, forse di alabardieri con scudo e armature rinascimentali, verrebbe da dire, un po’ cinicamente “ Benvenuti nel club”.
Se conduci campagne elettorali generando nei cittadini la convinzione che in tema di sicurezza puoi fare questo e quello, e in realtà’ non e’ vero, crei un’aspettativa che sai di non poter mantenere. E quando la disattendi , devi spiegare perché, e allora ti tocca girare la frittata o gettare la maschera.
E cosi’ si consuma un doppio inganno verso i cittadini.
Fateci caso all’ipocrisia manichea di un certo tipo di informazione.
Se provate a vedere i notiziari o le trasmissioni di approfondimento dei canali Mediaset e di Rete4 in particolare, potrete avere la mappa geografica precisa della criminalità sul territorio italiano : nei Comuni governati dalla sinistra abbiamo il Bronx , in quelli del centrodestra un monastero benedettino.
E’ arrivato il momento di sbugiardare il racconto delle responsabilità a uso e consumo del proprio comodo, e invitare le istituzioni preposte ad assumersi le proprie, per la parte che compete.
Ci sono due profili di sicurezza, che vanno tenuti distinti
Il Comune può fare molto, moltissimo, su quel profilo che si incrocia col disagio e la fragilità sociale, e sui comportamenti penalmente rilevanti che da essi si generano, sopratutto con riguardo all’emergente, preoccupante fenomeno dell’aumento dei reati negli adolescenti. Parliamo di poverta’ educativa, di emarginazione, di genitorialita’ non sempre adeguata, di famiglie lasciate sole. Qui il ruolo del Comune e’ fondamentale, e bisogna chiedersi se su questo fronte si investe abbastanza, in risorse umane e finanziarie. La risposta e’ no. Si può, si deve fare molto di più.
Poi c’è un altro fronte della sicurezza, sul quale il Comune, viceversa, non può fare nulla, o quasi.
I malviventi che rapinano una banca facendo esplodere il bancomat sono professionisti navigati, presumibilmente con nessun disagio sociale. Il disagio lo creano agli altri.
Qui bisogna solo indagare, reprimere e punire. La prevenzione in questi casi
si fa solo col presidio del territorio. E questo e’ compito delle Forze dell’ordine, e solo loro.
Viene svolto efficacemente?
C’è personale sufficiente ?
Nel nostro paese c’è un malvezzo, che personalmente ritengo devastante.
Si possono criticare tutti i lavoratori del servizio pubblico ( anzi, dopo il calcio e’ lo sport nazionale) ma non si possono criticare le Forze dell’Ordine. Per loro c’è una sorta di “zona franca” oltre la quale non e’ consentito addentrarsi, nemmeno per chi vorrebbe capirci qualcosa di più.
Non mi riferisco ai singoli agenti , che probabilmente fanno quello che possono col poco che gli e’ dato.
Mi riferisco ai loro “superiori”, ai vertici della catena di comando, a quelli che prendono decisioni direttamente agli ordini del Ministro degli Interni.
Il Ministro Piantedosi, specialista nella sicurezza “dimostrativa”, di cui abbiamo tutti ammirato la determinazione nel colpire i rave party ( il vero problema per l’Italia) sembra invece del tutto carente per quanto riguarda le scelte che incidono sulla sicurezza delle persone nella quotidianità, quali, appunto, il controllo del territorio e la collaborazione con le Procure in fase investigativa.
Verso la metà di febbraio i Sindaci del Magentino hanno avuto un incontro, ampiamente pubblicizzato, col Prefetto di Milano, che promise di inviare 14 nuovi Carabinieri , tra Magenta e Abbiategrasso.
E’ stato mantenuto questo impegno?
E se si, dove sono state inviate e come vengono utilizzate queste nuove unita’?
E’ possibile sperare nell’organizzazione di un maggior numero di pattuglie a presidio dei centri urbani nelle ore serali e notturne?
E’ possibile sperare in un maggiore e più efficace impegno investigativo verso quello che sembra essere una rete di delinquenti ben strutturata sul territorio, e che probabilmente si fa un baffo delle telecamere di sorveglianza ?
Si calcola che in un bancomat ci possono stare circa 2.200 banconote, per un valore di oltre 300.000 euro. Non e’ uno scherzo neanche “piazzarle” o riciclarle. Ci dev’essere dietro una ben solida organizzazione, che non e’ precisamente quella dei bambini che giocano a pallone in piazza.
Dovremmo sperare anche in un’opinione pubblica che invece che di spaventarsi e indignarsi per i piccoli episodi di vandalismo urbano ( anche questi da combattere, sia chiaro) , cominci a spaventarsi e ad indignarsi maggiormente per una macrocriminalita’ organizzata che si sta radicando sempre più nel nostro territorio e di cui, chissa’ perche’, si fa fatica a parlare.
Naturalmente , in tutto questo, non una parola, non un commento, non una presa di posizione da parte del Sindaco di Magenta.
Probabilmente il silenzio e’ il necessario ripiego rispetto ad un parlare che si sarebbe trasformato nell’ennesima arrampicata sugli specchi.