“Sempre dalla parte delle Forze dell’Ordine”

“Sempre dalla parte delle Forze dell’Ordine”

17 Gennaio 2025 0 Di Giuliana Labria

Quando il proclama diventa una minaccia allo Stato di diritto

L’ideologia della difesa incondizionata: un boomerang per la credibilità delle istituzioni

La destra di governo e di sottogoverno di cui in questi giorni dobbiamo sopportare il proclama “sempre e comunque dalla parte delle Forze dell’Ordine”, nel goffo tentativo di difenderne la credibilità e il prestigio, rischia, in realtà, di ottenere l’effetto opposto, minando alle fondamenta il senso di rispetto e di fiducia che i cittadini dovrebbero nutrire nei confronti di chi è deputato a garantire la loro sicurezza.

Articolo 54 della Costituzione: disciplina e onore, per tutti senza eccezioni

Le forze dell’ordine sono al servizio dello Stato, delle istituzioni, della comunità civile, esattamente come tutti gli altri cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche, da esercitarsi con “disciplina e onore”, secondo quanto esige l’art. 54 della nostra Costituzione. Indossare una divisa e portare un’arma è solo una variabile delle tante forme con cui si presta il proprio servizio nella rete delle Istituzioni, al pari di insegnanti, medici, infermieri, operatori della pubblica amministrazione a tutti i livelli.

Dipendenti pubblici: tra eroi e fannulloni, la retorica delle narrazioni di parte

Questa sottolineatura è tutt’altro che superflua, se si pensa che quella parte politica che difende sempre e comunque le Forze dell’Ordine, è la stessa che per anni ha alimentato una campagna di delegittimazione, se non di vero e proprio odio, nei confronti degli altri dipendenti pubblici. Fannulloni, parassiti, incompetenti, prevaricatori. Con la ferrea convinzione che, invece, nelle Forze dell’Ordine ci siano sempre e in ogni caso solo grandi lavoratori, generosi eroi, luminari e umili servitori dello Stato. Solo chi è cieco o in malafede può sostenere una cosa del genere.

La divisa come zona franca: un rischio per la democrazia

In ciascuna delle funzioni a servizio della collettività, nessuna esclusa, ci sono risultati da produrre, regole da osservare, protocolli da seguire, codici etici da rispettare. E in ciascuna ci sono persone irreprensibili così come ce ne sono altre dalle quali è meglio non farsi sfiorare, nemmeno per sbaglio. Dunque, indossare una divisa e portare un’arma, non può costituire una sorta di zona franca all’interno della quale regole non scritte e autoprodotte si sovrappongono e prevalgono sulla legge e sulle regole che valgono per tutti gli altri, magari contando sulla copertura dei propri superiori e sulla benevolenza di una politica cialtrona e incapace che, in nome di una deriva securitaria (peraltro con risultati pessimi), pare disposta a tollerare ogni comportamento, purché ritenuto funzionale al proprio scopo: alimentare il consenso elettorale giocando su un clima di paura, di odio e di divisione tra i cittadini.

Il gioco pericoloso della politica: consenso elettorale tra paura e divisione

È inaccettabile vivere in uno Stato in cui nel fare il proprio lavoro nel servizio pubblico si viene obbligati a rispettare una serie di regole mentre qualcun altro nel fare il proprio può agire come gli pare. Pertanto dire “io sto sempre e comunque dalla parte delle Forze dell’Ordine” a prescindere, è un pericoloso vulnus alla Costituzione e alle leggi dello Stato. Nessuno può dire di stare dalla parte di qualcuno “a prescindere”, per il semplice fatto che tutti, nel fare il proprio lavoro, possono sbagliare. Sostenere, al contrario, l’infallibilità e l’intangibilità di qualche istituzione o di qualche apparato, è, in uno Stato di diritto, semplicemente eversivo e apre a scenari inquietanti.

Cronaca e giustizia: il diritto di indagare e punire senza eccezioni

Del resto la cronaca di questi anni è stata costellata di episodi e vicende giudiziarie conclusesi con condanne penali nei confronti di esponenti delle Forze dell’Ordine. Vicende vissute con malcelata acredine da quanti pensano che la magistratura debba indagare e punire chi commette certi reati (per lo più minori) ma non permettersi di indagare e punire chi ne commette altri.

Episodi inquietanti e responsabilità politica: il caso dell’inseguimento fatale

Ho visto, allibita, come penso molti, il video dell’inseguimento, e il suo tragico epilogo, dei due ragazzi in scooter (che hanno avuto il torto, certo, di non fermarsi al posto di blocco dei Carabinieri). Ho sentito le parole di disappunto degli inseguitori per non essere riusciti a farli cadere, e subito dopo le loro parole di trionfo per averne provocato la caduta, costata la vita a uno di loro. Così come ho visto i carabinieri scendere dall’auto di servizio e intimare a un passante che aveva filmato tutto di cancellare il video. Tra tutti i comportamenti quest’ultimo è quello che sicuramente non può dirsi “involontario”. Giustificare questi episodi da parte della politica prima ancora che la magistratura li accerti è irresponsabile, e innesca reazioni a catena che rischiano di andare fuori controllo.

Lezione dalla storia: strategie della tensione e rischi per il futuro

A quanti oggi (soprattutto i più giovani) si beano di vivere in un mondo quasi solo virtuale, ricordo che le spranghe di ferro e le catene esistono ancora, come negli anni ‘70. La strategia della tensione e i movimenti contro lo Stato di quel periodo non è detto che siano definitivamente consegnati al dimenticatoio della storia.

Le due strade per ripristinare fiducia e credibilità: giustizia e auto-tutela interna

Le strade da percorrere allora sono due. Dato che nessun potere dello Stato può ritenersi al di sopra della legge, la prima è di far luce su tutti gli aspetti delle vicende che abbiano come protagonisti uomini o apparati dello Stato, nessuno escluso, senza paura della verità, invece di coprire e giustificare. E questo è compito della magistratura, che ha fatto benissimo ad aprire un’inchiesta. La seconda è una forma di autotutela che tocca ai vertici delle forze all’interno delle quali si sono prodotti questi episodi. Se in un cestino cominciano a vedersi alcune mele marce te ne accorgi, e invece di dire che non è vero e girare la testa dall’altra parte le devi prendere e separare dalle altre, per preservare la salubrità dell’intero cestino. Altrimenti sarà sempre più difficile sostenere la credibilità e il prestigio delle donne e degli uomini impegnati ogni giorno a tutelare l’ordine e la sicurezza di tutti nel nostro Paese.