Il filo nero del saluto romano

Il filo nero del saluto romano

21 Gennaio 2025 1 Di admin

Elon Musk, Giorgia Meloni e l’ombra del fascismo sul potere globale

Un gesto che svela le ombre del potere

Che cosa accade quando un magnate tecnologico, presentato al mondo come l’innovatore che dovrebbe portarci nel futuro, si inchina al passato più buio dell’umanità? Elon Musk, durante la cerimonia di insediamento di Donald Trump, ha compiuto il gesto inequivocabile del saluto romano. Un gesto che non si può derubricare a “provocazione” o “leggerezza”: si tratta di un simbolo che richiama direttamente il fascismo, un’ideologia che ha fatto della soppressione della libertà di pensiero e del culto della violenza i suoi pilastri.

L’insolita sintonia tra Musk e Meloni

E qui il cerchio si chiude. La vicinanza tra Musk e Giorgia Meloni, già dirigente del Movimento Sociale Italiano, diventa improvvisamente chiara: due personaggi apparentemente lontani per cultura e ambiti di azione, ma uniti da una visione che flirta pericolosamente con le peggiori derive autoritarie. Si comprende finalmente perché il CEO di Tesla abbia speso parole al miele per la presidente del Consiglio italiano: c’è un “amore” condiviso per simboli e retoriche che appartengono a un passato che non dovrebbe avere posto nel nostro presente.

Franklin D. Roosevelt: il fascismo moderno si traveste da libertà

Franklin D. Roosevelt ci aveva avvertiti: “Il fascismo del futuro non dirà ‘Io sono il fascismo’. Si presenterà come difensore della libertà mentre cercherà di distruggerla.” E cosa c’è di più ipocrita di Musk, che si presenta come il paladino della libertà di espressione sulle sue piattaforme, mentre si appropria di un gesto che simboleggia esattamente l’opposto?

Antonio Gramsci e la reazione contro la libertà di pensiero

Anche Antonio Gramsci aveva intuito questa dinamica perversa: “Il fascismo non è altro che la reazione organizzata di tutte le forze che vedono nella libertà di pensiero e di azione il pericolo più grave per la loro esistenza.” Il saluto romano non è solo un gesto nostalgico; è un manifesto visivo di intolleranza e oppressione. È il tentativo di normalizzare, attraverso il potere economico e politico, simboli e pratiche che dovrebbero essere confinati nei libri di storia come monito e non come modello.

Gli apologeti del nulla: chi sminuisce il fascismo è complice

Non ci vuole molto a prevedere che gli amici e gli adepti di questo nuovo fascismo nostrano si affretteranno a ridurre l’orribile e vergognoso gesto di Elon Musk a una “macchietta”, a una “leggerezza” o, peggio ancora, a uno scherzo. Diranno che è una “provocazione ironica” o che non merita di essere preso sul serio. È lo schema tipico del revisionismo subdolo: minimizzare per legittimare.

Ma di fronte a un gesto così simbolico e carico di storia, chi sminuisce non è neutrale: è complice. Chi banalizza il saluto romano si fa portatore, consapevole o meno, della stessa ideologia che ha calpestato la libertà, la dignità e la vita di milioni di persone. Non c’è ironia in un simbolo di oppressione, né leggerezza in un gesto che richiama l’annientamento del pensiero critico e della diversità.

Questi apologeti, con il loro atteggiamento da sofisti del nulla, cercano di confondere le acque, di rendere accettabile ciò che è inaccettabile. Ma minimizzare il fascismo non lo rende meno pericoloso: lo rende più insidioso. E chi oggi lo tollera o lo giustifica con un sorriso ammiccante sarà domani responsabile del clima di intolleranza e autoritarismo che inevitabilmente ne deriverà.

Come possiamo fidarci di chi svilisce il significato di una memoria così dolorosa? Come possiamo accettare che il saluto romano, simbolo di oppressione, diventi una barzelletta da salotto o un “gesto innocuo”? Non possiamo. Non dobbiamo. E chi lo fa, chiunque esso sia, merita un giudizio netto: è un alleato del fascismo, un nemico della democrazia e della libertà.

Bisogna denunciare con forza questi atteggiamenti e ribadire che certi gesti non sono mai innocui, ma rappresentano il primo passo verso la normalizzazione dell’odio. Perché se tolleriamo il saluto romano oggi, domani dovremo tollerare le ideologie che lo sostengono. E a quel punto, sarà troppo tardi.

Normalizzare il fascismo: una minaccia per la democrazia

Musk e Meloni, in questo senso, non sono altro che due lati della stessa medaglia: lui con il suo potere tecnologico globale e lei con la sua retorica sovranista camuffata da riformismo. Entrambi incarnano una visione autoritaria che cerca di riscrivere i valori democratici, trasformandoli in una caricatura in cui la libertà è concessa solo a chi si allinea al pensiero dominante.

Non possiamo permettere che un simbolo così carico di storia e dolore venga normalizzato da chi si trova al vertice del potere economico e politico. Il saluto romano di Elon Musk non è un fatto isolato: è un segnale. È l’ennesimo tentativo di sdoganare il fascismo sotto mentite spoglie, di renderlo accettabile, quasi alla moda. Ma il fascismo non è mai stato né accettabile né tantomeno elegante: è stato, ed è, il nemico giurato della libertà e della dignità umana.

Ci vogliono fermezza e indignazione, per opporci a questa deriva. Non basta ricordare il passato: dobbiamo vigilare sul presente e impedire che simboli e ideologie del fascismo trovino spazio nel nostro futuro.