L’8 Marzo: è Donna!

L’8 Marzo: è Donna!

8 Marzo 2025 0 Di Paola Barbaglia

E’ la giornata internazionale della donna, di tutte le donne.

Il 2025 ha aperto gli occhi con il ritorno al potere di Trump: un salto nel buio che sul fronte dei conflitti, ha scatenato in tutto il pianeta velleità bellicistiche. I conflitti in Medio Oriente si sono allargati, col cambio di regime in Siria, invece di ridursi, e la guerra in Ucraina ha ritrovato intensità, dopo mesi di stasi.

Donne di pace

Quest’anno perciò vorrei dedicare l’8 marzo alle DONNE DI PACE, donne che guardano le guerre con gli occhi delle donne.
Donne che vengono picchiate, incarcerate, derise ma che eppure non hanno paura, lottano e vogliono la pace, come ad esempio le donne di San Pietroburgo che l’ 8 marzo del 1917 scesero in piazza per rivendicare la fine della guerra.
Sono spesso le donne a cercare la libertà e la pace. Donne di Paesi che per anni non hanno avuto la stessa libertà degli uomini, ma che hanno cercato di rialzarsi, di rinascere, di lottare.
Alcune sono arrivate ad avere un riconoscimento importante per il loro impegno in favore della pace mondiale: Il Premio Nobel per la pace.


Desidero ricordarle con una frase che riassume il loro impegno


2023, Narges Mohammadi, Iran, premiata “per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e per la promozione dei diritti umani e della libertà per tutti”.

2021, Maria Ressa, Filippine, riceve il premio “per gli sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è una condizione preliminare per la democrazia e una pace duratura”.

2018, Nadia Murad, Iraq, premiata “per gli sforzi per mettere fine alle violenze sessuali nei conflitti armati e nelle guerre”.

2014, Malala Yousafzai, attivista pakistana. Con i suoi diciassette anni è la più giovane vincitrice di un premio Nobel per la pace. Nota per il suo impegno per l’affermazione dei diritti civili e per il diritto all’istruzione — bandito da un editto dei talebani— delle donne della città di Mingora, nella valle dello Swat. Premiata “per la lotta contro la sopraffazione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all’istruzione”.

2011, Ellen Johnson Sirleaf, Liberia – Tawakkul Karman, Yemen – Leymah Gbowee, Liberia, premiate “per la loro lotta non violenta per la sicurezza delle donne e per i diritti di partecipazione delle donne in un processo di pace”.

2004, Wangari Maathai, Kenia, prima donna africana ad aver ricevuto il Premio Nobel per la pace.

2003, Shirin Ebadi, Iran, avvocata e pacifista. Fu la prima iraniana e la prima donna musulmana a ottenere questo riconoscimento. Fu premiata “per il suo impegno per la democrazia e i diritti umani. Si è concentrata soprattutto nella lotta per i diritti delle donne dei bambini e delle bambine”.

1997, Jody Williams, insegnante e pacifista statunitense, fondatrice della Campagna Internazionale per il Bando delle Mine Antiuomo (International Campaign to Ban Landmines).

1992, Rigoberta Menchú Tum, Guatemala, ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace “in riconoscimento dei suoi sforzi per la giustizia sociale e la riconciliazione etno-culturale basata sul rispetto per i diritti delle popolazioni indigene”.

1991, Aung San Suu Kyi, Birmania, politica birmana, attiva per molti anni nella difesa dei diritti umani sulla scena nazionale del suo Paese, oppresso da una rigida dittatura militare, imponendosi come leader del movimento non-violento, tanto da meritare i premi Rafto e Sakharov, prima di essere insignita del Premio Nobel per la pace.

1982, Alva Reimer Myrdal, Svezia, diplomatica, politica e scrittrice premiata per il suo impegno a favore del disarmo.

1979, Anjeza Gonxhe Bojaxhiu, meglio nota come Madre Teresa di Calcutta, Albania-India, è stata una religiosa albanese, di fede cattolica, fondatrice della congregazione religiosa delle Missionarie della carità. Il suo lavoro instancabile tra le vittime della povertà di Calcutta l’ha resa una delle persone più famose al mondo.

1976, Mairead Corrigan e Betty Williams, Gran Bretagna, pacifiste e fondatrici della Community of Peace People, un’organizzazione a favore della pace nel conflitto nordirlandese. Insieme alla Williams.

1964, Emily Greene Balch,USA, pacifista, scrittrice ed economista premiata per le sue attività presso la Women’s International League for Peace and Freedom.

1931, Jane Addams (Usa), fu una delle importanti riformatrici dell’era progressista, Presidente della Lega internazionale delle donne per la pace e la libertà, E’ tra quelle pensatrici che hanno concepito la propria opposizione alla violenza e alla guerra.

1905, Bertha von Suttner, Austria-Ungheria, Presidente onoraria dell’Ufficio internazionale per la pace è stata la prima donna a ricevere il Premio Nobel per la pace.

Non sono, le, sole

Le donne di pace nel mondo, sono moltissime, nascoste, non visibili sui media: dai piccolissimi paesi (anche italiani), ai posti politici dove anche grazie alle quote rosa cercano di dire la loro. Innumerevoli donne il cui impegno e sacrificio non sarà mai riconosciuto, ma che, con le loro battaglie private e silenziose, hanno contribuito a lasciare un’impronta profonda nel mondo.


“La donna fa bello il mondo.
Se abbiamo a cuore l’avvenire,
se sogniamo un futuro di pace,
occorre dare spazio alla donna.”
(Papa Francesco)