Dazi, tempesta annunciata sull’economia

Dazi, tempesta annunciata sull’economia

6 Aprile 2025 0 Di Alessandro Garavaglia

I dazi, promessi in campagna elettorale del neo Presidente Trump, si concretizzano in questo inizio di mese di aprile come un vero e proprio ‘tsunami’ atto a destabilizzare l’economia globale mondiale. Annunciati il 2 aprile, definito giorno della ‘rivoluzione’, precursore di una nuova ‘eta’ dell’oro’ sono entrati in vigore oggi 5 aprile, alle 06:01, ora italiana, con un 25% sulle auto e camion leggeri e sulle componenti auto a partire dal 3 maggio, secondo i crismi del Registro federale dedicato.

E poi dazi del 10% per tutti, per 60 Paesi al mondo, e dazi aggiuntivi per coloro che hanno effettuato nel passato, pratiche commerciali scorrette nel passato. Per l’amministrazione americana, si prevedono introiti di miliardi di dollari, con il proponimento di abbassare le tasse all’interno del gigante nord americano. Dazi addizionali che partiranno il 9 aprile alla stessa ora, ovvero il 34% alla Cina, il 20% all’Unione Europea, il 46% al Vietnam (che ha annunciato di voler negoziare con Trump) il 26% dall’India, il 31% alla Svizzera e solo il 10% al Regno Unito.

L’ amministrazione americana ha annunciato che non saranno posti dazi su lingotti d’oro, prodotti farmaceutici, legnami da costruzione, rame, prodotti energetici e su minerali non presenti negli Stati Uniti, a parziale consolazione. Non saranno applicati dazi su prodotti canadesi e americani contemplati in accordi specifici di libero scambio. Altresi dazi su tutti gli altri prodotti dei due vicini.

Come ha reagito il resto del mondo?

La Cina duramente con un 34% di dazi e sul controllo di 7 prodotti, tra cui il gadolinio, prodotto usato nelle risonanze magnetiche. L’ Unione Europea in modo interlocutorio, cercando di studiare la situazione, senza evocare guerre commerciali, che andrebbero ad aggravare la gia’ precaria situazione. La Spagna del Governo Sanchez, si e’ gia’ messa in movimento, predisponendo un fondo di aiuto alle imprese spagnole pari a 14,1 miliardi di euro. In sintesi, uno scenario inedito, sconvolgente per certi aspetti, destinato in futuro a tramutarsi, se non lo e’ gia’, in una guerra commerciale globale.

Con il risultato di attivare una nuova spirale inflazionistica, con il rischio di recessione economica nella maggioranza dei Paesi. La speranza e’ che la Politica, riprenda in mano questo tema, per cercare di sminuire la portata negativa di queste decisioni.

Come si dice ‘la speranza e’ sempre l’ultima a morire’ come si dice in termini universalistici.